Tai Chi Chuan

mercoledì 16 dicembre 2009

Il tao per un anno - 17 e 18 dicembre

17 dicembre

Respiro

Tu respiri, ricoprendo di bianco le montagne,
tramutando gli alberi in fiamme verdeggianti,
facendo danzare i passeri sulle tue ali,
distendendo le onde in lunghi sospiri.
Tu respiri, e l'universo vive.


Uno dei concetti fondamentali del Tao è il respiro: senza respiro non c'è vita.
La complessità di questa idea è davvero straordinaria.
Noi respiriamo, e questo ci tiene in vita fornendoci l'ossigeno necessario; il respiro regola il nostro battito cardiaco, nutre il nostro cervello, colora di rosso il nostro sangue.
Scendendo ancora più in profondità: noi respiriamo, e questo alimenta e tiene in movimento l'intero campo di energia del nostro corpo. Quando tale campo, così intimamente collegato al respiro, si fonde con la nostra mente, possiamo dire di possedere la forza della spiritualità.
Respiro: non si tratta semplicemente di un flusso di gas.
Come noi respiriamo, così anche l'universo respira.
In realtà possiamo dire che tutta la vita passa attraverso-il respiro: quando il mondo respira, le cose vivono.
Il clima segue il suo corso, le piante crescono secondo natura, gli animali vengono-fortificati.
Persino le forze geologiche sono messe in moto dal respiro.
E contemporaneamente si crea un poderoso campo di energia: una versione analoga e molto più ampia di quello del nostro corpo, a cui è collegato lo spirito universale.
Se vogliamo sapere come funziona la spiritualità, dobbiamo innanzitutto respirare.



18 dicembre

Letame

Perché considerare la natura una macchina?
Perché studiare solo la chimica e la fisica?
Perché a improntare la vita non può essere la poesia?
Non possiamo conoscere il Tao anche
attraverso il fango nei nostri sandali?
Per questo i saggi vengono chiamati sciocchi:
perché hanno abbandonato ogni pregiudizio.

Il mondo ci appare come noi lo percepiamo, e le nostre percezioni non derivano da nulla di veramente oggettivo.
L'abitudine a interpretare, poi, è interattiva: cerchiamo di verificare le nostre ipotesi sino a creare una complessa rete di stimoli sensoriali.
Raggiunta la «maturità», abbiamo ormai accumulato gli innumerevoli strati di interpretazione e percezione soggettiva che costituiscono i nostri schemi di vita.
Naturalmente possiamo anche provare a giocare, magari modificando i nostri modelli di interazione con il mondo.
Perché allora non usare la poesia al posto della scienza?
Perché non sostituire la spiritualità alla politica?
Spesso i risultati di simili esperimenti portano una ventata di aria fresca, allegra e originale.
Ma quando tiriamo le conclusioni logiche di questi metodi, anch'essi si rivelano vani come tutti gli altri: gli schemi sono essenziali per i principianti, ma un ostacolo per i veterani.
I veri seguaci del Tao abbandonano ogni schema e non nutrono alcun pregiudizio.
Essi tornano ad agire come quando erano bambini: per questo vengono chiamati sciocchi.
Ma poiché riescono a guardare il mondo con il loro occhio interiore essi trascendono tutti i dolori della vita.

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