22 dicembre
Attaccamento
Il monaco si è rasato in segno
di rinuncia, ma ora non muove un passo
senza il suo berretto.
E' buffo vedere come qualcuno che ostenta le proprie rinunce si aggrappi poi in maniera infantile ai propri miseri averi.
Perché rinunciare al mondo, quando in realtà non possiamo farne a meno? Prima di rasarci il capo, chiediamoci se possiamo veramente permetterci di separarci dalle cose a cui siamo legati.
Prima di rinunciare alla libertà, chiediamoci se siamo pronti ad assoggettarci all'ordine monastico.
Prima di dichiarare la nostra spiritualità, domandiamoci se siamo capaci di sacrificare i desideri mondani.
Non sto cercando di prendermi gioco dei monaci; mi limite a osservare che nella vita ogni strada è disseminata di sacrifici e difficoltà.
Prima di imboccarne una, valutiamola con attenzione e interroghiamo a fondo la nostra anima: solo così possiamo dissipare ogni dubbio e prevenire l'ipocrisia.
Chiunque tu sia, vivi la tua vita fino in fondo.
Se sei un idraulico, sii il migliore degli idraulici.
Se sei un santo, sii il migliore dei santi.
Se sei normale, sii normale.
Se sei straordinario, sii straordinario.
L' uomo sbaglia solo quando cerca di essere ciò che non è.
23 dicembre
Rusticità
La risata della gente di campagna
è semplice e ingenua,
quella della gente di città,
densa di fosche sfumature.
L'ambizione della gente di campagna
è coltivare bene i propri campi,
quella della gente di città, superare gli altri.
La gioia della gente di campagna è seguire il ritmo
delle stagioni,
quella della gente di città è vivere una vita sofisticata.
Quando la gente di città si reca in campagna, non è raro sentirla sbeffeggiare la semplicità dei contadini.
Gli appellativi si sprecano: zotico, bifolco, campagnolo, rozzo, villano, incolto, montanaro, sempliciotto.
Ma, se riflettiamo per un attimo, queste parole sono forse diverse da nevrotico, stressato, ambizioso, ambiguo, scaltro, ossessivo, avido o arricchito?
I seguaci dei Tao celebrano il primato della semplicità della vita di campagna sulle complicazioni dell'esistenza cittadina.
Sebbene sia impossibile tornare a uno stile di vita esclusivamente agreste, certamente rifletterci sopra non ci farà alcun male.
Purtroppo la vita di città è un artificio mentale che crolla appena cessiamo di alimentarlo.
Se la città ci costringe a lottare, ebbene lottiamo: ma è una fatica di scarso valore reale.
Non dimentichiamoci mai della nostra anima, e ricordiamo che l'ambiente rustico è il luogo migliore per coltivarla.
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