9 Gennaio
Ottimismo
Il cielo si fa limpido,
nei rami spogli una promessa.
L'inverno ha giorni di sole:
Nella maturità, l' infanzia può tornare.
D'inverno ogni cosa appare morta o assopita.
La pioggia e la neve sembrano incessanti, le notti lunghe.
Poi, un giorno, il cielo torna limpido e brillante. L'aria si scalda.
Una nebbiolina si leva dalla terra e il profumo dell'acqua, dell'argilla e del muschio si diffonde.
I giardinieri preparano i nuovi innesti, sebbene i rami siano ancora spogli e le radici un'informe massa grigia.
L'ottimismo torna a regnare: tutti sanno che il freddo avrà fine.
Spesso, da adulti, consideriamo le responsabilità come qualcosa di tremendo, perchè mai dovremmo zappare la terra quando il tempo è brutto?
Qualunque compito ci appare come un obbligo, ed opponiamo resistenza al destino.
Ma vi è gioia nel lavorare in armonia con le stagioni.
Quando facciamo una cosa al momento giusto, e in seguito veniamo ricompensati dei nostri sforzi, la gratificazione è immensa.
Un giorno un vecchio in pensione decise di piantare un frutteto.
Tutti lo derisero.
A che scopo coltivare degli alberi, gli dissero, quando non sarebbe vissuto abbastanza per vedere un solo frutto maturo?
Tuttavia egli continuò a piantare, ed oggi ha visto quegli alberi fiorire e ne ha mangiato i frutti.
Ciascuno ha bisogno di un simile ottimismo, che è l'innocenza e la speranza dell'infanzia.
10 Gennaio
Disastro
Notte muta e nera,
fuoco improvviso.
Distruzione.
Arriva un tempo in cui il disastro colpisce.
È così travolgente, che possiamo solo accettarlo.
Il disastro altera il corso dei nostri giorni, del nostro lavoro, dei nostri stessi pensieri.
Siamo tentati di odiarlo, ma non serve.
Non possiamo dire che il disastro ce l'aveva con noi, sebbene i suoi esiti siano stati mortali, così come è difficile dire che ci ha "mandato all'aria" i piani: perchè, in un attimo ha sconvolto la nostra giornata.
Il disastro è una cosa naturale, non una maledizione degli dei, nè una punizione.
Scaturisce da un'interazione tra forze: il terremoto dalle pressioni sotterranee, l'uragano dal vento e dalla pioggia, l'incendio improvviso da una scintilla.
Di fronte ad un grande disastro, subito ci chiediamo:
"Perchè?".
Invece non dovremmo permettere alla superstizione di interferire, impedendoci di accettare le cose con calma e obiettività.
Nessun dio ci viene a trovare seminando distruzione.
I disastri possono cambiarci profondamente, ma passano.
Dobbiamo aggrapparci alle nostre convinzioni più radicate e ricordare i nostri intenti.
Se restare cenere, o diventare araba fenice, dipende da noi.
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